“Lo shopping rilascia sostanze chimiche nel nostro cervello. In molti casi, in particolare con i beni di lusso,
è questo cambiamento emotivo che stiamo effettivamente pagando, non ciò che stiamo comprando.
Avere più cose potrebbe non sostituire quello che vogliamo veramente.”
Seth Godin
Questa consapevolezza si diffonde sempre di più e influenza l’approccio delle organizzazioni commerciali.
Sfruttare le emozioni dei clienti ai fini della vendita è arte antica. Maestri in questo, commediografi e tragediografi, da Omero,
passando per Shakespeare sino alla moderna industria dell’intrattenimento.
Ciononostante, provocare emozioni nel cliente per vendergli qualcosa promettendo cose difficili da realizzare è negativo e si ritorce contro chi mente.
Mi vengono in mente le pubblicità di alcuni produttori di auto.
Nei loro video promettono spazi liberi e aria pura, illusioni che incrinano la fiducia del cliente nel marchio.
Al contrario alcune imprese sono coscienti che l’aggressività, la vendita che sfrutta disonestamente l’emotività del cliente non è pagante,
neanche sul medio periodo.
Per quei venditori e quelle organizzazioni oneste, lealtà e trasparenza sono i valori dichiarati, dove l’esercizio è la coerenza della loro applicazione quotidiana.
Questa è la sfida che raccolgono le organizzazioni vincenti.
Grazie per aver letto.
Marco
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